Guerre Segrete

By AttritoStaff on 10/18/2009


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Il 15 ottobre un missile drone teleguidato ha fatto almeno quattro vittime nel Nord Waziristan, in territorio Pakistano. Il bombardamento è stato effettuato presumibilmente da forze statunitensi, intenzionate a colpire un sospetto campo militare talebano.

L'episodio, che ha trovato pochissima risonanza nei media, è solo l'ultimo di una lunga serie di attacchi degli USA in territorio pakistano, ed è uno dei meno gravi in termini di perdita di vite umane. Infatti è dal lontano 2004 che gli USA conducono in Pakistan una guerra segreta. Segreta perchè perlomeno per noi Italiani si è svolta, e continua a svolgersi, coperta da un silenzio quasi assoluto dei mass media. E segreta anche per via delle scelte tattiche delle forze americane: la quasi totalità degli attacchi è effettuata tramite bombardamenti mirati con missili-drone comandati a distanza, e con attacchi-ombra da parte di soldati sotto copertura.

Il principale teatro d'azione ha luogo nelle zone ad Amministrazione Federale (indicate nella mappa come FATA, ossia "federally administered tribal areas") situate al confine con l'Afghanistan: queste, pur riservandosi una rappresentanza in parlamento ed essendo giuridicamente sotto il controllo dello stato pakistano, sono abitate da tribù con un forte spirito d' indipendenza; è  quì che hanno trovato asilo, e col tempo esteso la loro influenza, parte delle forze di Al Qaeda. Agli Stati Uniti è apparso, quindi, naturale includere il Pakistan tra le zone nel mirino della Guerra al Terrore. Nel 2006 a essere vittima dei bombardamenti americani fu, tra gli altri, anche il villaggio di Damadola, dove si riteneva che avesse trovato rifugio il “braccio destro” di Bin Laden, Ayman al-Zawahiri. In quell'occasione l'attacco causò almeno 18 morti tra cui, si ritiene, alcuni membri dell'organizzazione terroristica, ma non lo stesso Ayman, che al momento dell'attacco non si trovava nel paese. L'ottobre dello stesso anno un altro bombardamento alla madrasah (scuola religiosa islamica) di Chenagai, che si dice fosse utilizzata come campo d'addestramento, fece almeno 80 morti. L'8 Settembre '08 l'attacco ad un'altra madrasah, quella di Daande Darpkhel fece 23 vittime, tra cui otto bambini, e perlomeno 18 feriti. Ci siamo limitati a citare solo pochissimi tra i casi degli ultimi anni, di cui è disponibile in rete una cronologia ben più completa che parte dai primi, sparuti attacchi nel 2004 e si prolunga fino a quelli, decisamente più numerosi, avvenuti nel corso dell'anno corrente.

Gli attacchi condotti dagli USA nelle regioni federali si aggiungono a precedenti scontri per il controllo del territorio tra l'amministrazione centrale del Pakistan e le tribù delle Aree ad Amministrazione Federale. Malgrado voci insistenti farebbero supporre l'utilizzo di basi pakistane per il decollo dei droni americani, il governo del Pakistan - attualmente in mano a Asif Ali Zardari, vedovo di Benazir Bhutto - ha negato ogni coinvolgimento negli attacchi, e anzi ha sempre definito questi attacchi americani, che a suo dire verrebbero condotti unilateralmente senza la collaborazione con le forze pakistane, come una vera e propria violazione della sovranità del Paese. Il mancato coinvolgimento del governo locale verrebbe giustificato, stando alle dichiarazioni americane, dal forte sospetto della presenza di simpatizzanti per al Qaeda all'interno dei servizi segreti del Pakistan.

Qualora effettivamente gli attacchi fossero condotti senza alcun coinvolgimento del governo locale, le circostanze giustificherebbero una simile violazione della sovranità pakistana? La presenza in uno stato di singoli gruppi terroristici, gruppi persino ostili al governo locale, sono una buona ragione per violarne impunemente i confini con delle azioni militari? E' lecito condurre, come nei fatti accade, una guerra contro uno stato che non ha alcun coinvolgimento nelle azioni dei terroristi annidati all'interno del proprio territorio?
La questione potrebbe sembrare una semplice sottigliezza formale e giuridica, se non tenessimo conto delle vittime civili e degli effetti dei bombardamenti americani sul territorio pakistano.
Potrebbe sembrare una questione superflua se, infine, non ci ricordassimo che tutto l'assetto internazionale odierno si basa su simili sottigliezze, sottigliezze come il principio secondo cui ciascuno Stato è sovrano del territorio compreso nei propri confini, territorio che non può essere legalmente violato da altri Stati. Ciascuno può immaginare che fine farebbe la già compromessa e illusoria stabilità dello scenario politico internazionale qualora la violazione di tali regole formali divenisse, sulla base di simili precedenti, la regola e non l'eccezione.


Aaron Allegra



Tra le fonti consultabili:
Times Online sull'attacco di Damadola

Sito della BBC
Sito del New York Times: bombardamento di Daande Darpkhel

Cronologia dei bombardamenti americani secondo il sito Pakistani Intellectuals






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