Il crocifisso:segno di fede o tradizione culturale?

By Pietro Lo Re on 11/28/2009


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Nell’opera Umano troppo umano, il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche scrive una tagliente sentenza a riguardo del cristianesimo (una tra le tante): «Quando la domenica mattina sentiamo rimbombare le vecchie campane ci chiediamo: “Ma è mai possibile!Suonano per un ebreo crocifisso duemila anni fa, che diceva di essere figlio di Dio!”»
Se il filosofo tornasse oggi e leggesse i nostri giornali probabilmente pronuncerebbe nuovamente questa sentenza,riferendola stavolta non più alle “vecchie campane” bensì alla nuova polemica suscitata in seguito alla disposizione della Corte Europea che prevede di togliere dalle scuole nientemeno che il simbolo di quell'ebreo crocifisso. 
Anche noi ci chiediamo: è mai possibile? E’ mai possibile che, tra i tanti problemi di cui l’Europa dovrebbe (e deve) occuparsi si pensi proprio a condannare quella prassi secolare della sua società, quella di affiggere il simbolo del cristianesimo, la croce? Ed è mai possibile che ci si accanisca così tanto sulla questione? Viviamo in stati laici, dunque dovremmo essere d’accordo con la sentenza della Corte. Perchè allora tanta opposizione che è arrivata, in alcuni casi, a promettere quasi fino alla morte la difesa del crocifisso? Per zelo religioso in puro stile ebraico oppure per semplice shock culturale? Per analizzare il problema dobbiamo dare due spiegazioni: che cosa rappresenta in sè il crocifisso e che cosa rappresenta agli occhi delle persone, sia di quelle che lo vogliono lasciare appeso, sia di quelle che lo vogliono appeso solo altrove. Ciò che rappresenta in sé è facilmente intuibile: è la rappresentazione del cuore del cristianesimo e cioè il sacrificio del dio che, per amore, nasce nel mondo come Gesù, Yeoshua di Nazaret e viene crocifisso a causa della malvagità umana, invitando tutti a prenderlo da esempio, a fare del sacrificio di sé finalizzato al bene altrui una radicale scelta esistenziale. Se è scelta implica un soggetto che prenda posizione, cosa che è in antitesi con il concetto di tradizione culturale che invece viene assimilata involontariamente. Dobbiamo allora capire come viene visto questo simbolo agli occhi di chi lo espone; occorre però fare prima una precisazione e cioè che, essendo stato il cristianesimo religione di stato per secoli, ha sempre affisso il simbolo della sua fede in tutti i luoghi della vita pubblica; questa è diventata un’abitudine che si è profondamente incarnata nella tradizione del popolo europeo. La differenza tra chi lo affiggeva perché profondamente convinto del messaggio che portava e chi lo affiggeva per convenzione, usanza o magari per scongiuro o ancor di più per sfruttarne il risvolto politico non era individuabile perché non era possibile professarsi pubblicamente non cristiani, figuriamoci rifiutare l’affissione del crocifisso nei luoghi pubblici. Oggi invece questo è possibile ed è anche possibile, per chi non abbraccia la prospettiva cristiana,vederlo come un semplice residuo di un’epoca passata. 
C’è allora chi lo vede come espressione della sua scelta esistenziale, chi come una normale tradizione del suo popolo, chi ancora come un simbolo dal quale non si sente rappresentato. La risposta allora non dovrebbe essere quella di togliere il crocifisso perché sentito come fastidioso o per risentimento personale (cosa che probabilmente ha influito sulla sentenza della Corte) né opporvisi perché si ha paura della scomparsa del cristianesimo dalla terra europea. Il problema infatti è che, se si espone un simbolo di fede, quindi di adesione esistenziale, in un luogo pubblico, significa che questo gesto è espressione della volontà delle persone che frequentano quel luogo; nel momento in cui, come nel nostro caso, ciò non corrisponde alla realtà perché la scelta esistenziale delle persone nei luoghi in questione non è la stessa, affiggere il crocifisso resta un gesto svuotato del suo scopo e cioè rappresentare una fede condivisa da tutti i membri che frequentano quelle mura. Ecco allora che rimane una semplice abitudine, consuetudine, tradizione. 
Chi crede nel crocifisso sa che questo deve essere affisso in primo luogo nell'intimo della propria persona; di conseguenza non sarà per lui un problema se, andando a scuola, non dovesse vederlo affisso nella parete frontale. E se addirittura dovesse essere l’unico a credere in quel simbolo, troverebbe estremamente coerente con l’ambiente la sua assenza. Allora si sforzerebbe di portarlo, non più nei muri ma, attraverso il suo esempio, nelle storie degli altri e non più in forma di legno ma in forma di vita.

Comments

13 Response to 'Il crocifisso:segno di fede o tradizione culturale?'

  1. roberto coppolino
    http://attritoweb.blogspot.com/2009/11/crocifisso.html?showComment=1262891476411#c4962974643997963229'> 7 gennaio 2010 alle ore 20:11

    Secondo me ti stai dimenticando un concetto fondamentale: la scuola è il luogo dove si formano i futuri cittadini.
    Le conseguenze di una formazione puramente accademica è quello che si vede ora in giro: intere generazioni senza un minimo ideale.
    Il crocifisso, per quanto sia il simbolo di una religione, non rappresenta solo quello, ma, vedendolo da un punto di vista puramente laico, è l'immagine di un uomo che si lascia uccidere per amore, un uomo che, coraggiosamente, va incontro al suo destino a testa alta, senza mai fare un passo indietro.
    Che si creda o no che quest'uomo è il figlio di Dio è indifferente, è pur sempre l'incarnazione di alcuni valori che dovrebbero essere alla base dell'educazione, solo che ormai tutti, professori compresi, si sono abituati a vedere il crocifisso come puro arredamento, un qualcosa di superfluo, la cui presenza non è rilevante.
    Se, invece, i professori si occupassero di spiegare il significato laico del crocifisso, se spiegassero i valori che esso rappresenta, e, soprattutto, se si interessassero di più alla crescita morale, oltre che culturale, dei propri studenti, pensi che queste critiche avrebbero avuto lo stesso effetto?
    Ma soprattutto: pensi che un crocifisso in classe sia più dannoso di un professore che cerca di inculcare nelle menti dei propri studenti i propri ideali?
    Per come la vedo io, è più pericoloso per la libertà di pensiero dei giovani un professore estremista(e ce ne sono più di quanti tu possa pensare), che cento crocifissi

     

  2. Pietro Lo Re
    http://attritoweb.blogspot.com/2009/11/crocifisso.html?showComment=1265123059998#c7285527253170058106'> 2 febbraio 2010 alle ore 16:04

    Per me infatti il crocifisso non è affatto pericoloso,ciò che ritengo sia pericoloso è il fatto di affiggere il crocifisso come consuetudine culturale,perchè questo renderebbe scontato e abitudinario il messaggio rivoluzionario del cristianesimo.
    Il fatto che Gesù porti valori condivisibili anche da chi non è cristiano non spiega il perchè chi non crede in lui come figlio di Dio dovrebbe affigerne l'immagine.

     

  3. Gabriele
    http://attritoweb.blogspot.com/2009/11/crocifisso.html?showComment=1272364649290#c6416174839806001701'> 27 aprile 2010 alle ore 12:37

    Stavo rileggendo e:

    "Il fatto che Gesù porti valori condivisibili anche da chi non è cristiano non spiega il perchè chi non crede in lui come figlio di Dio dovrebbe affigerne l'immagine."

    Infatti è lo stato italiano che affigge il crocifisso perchè ne condivide i valori.
    La discussione si sposta nel chiedersi se lo stato italiano condivida e si basi veramente su questi valori, ed io IMHO penso proprio di si.

    Inoltre potrebbe essere utile a tal proposito riprendere in parte la differenza tra stato e nazione, dal quale possimo estrapolare la consapevolezza che lo stato non è semplicemente la somma dei singoli cittadini o della sua maggioranza.

    A riprova di questo, se un giorno la maggioranza volesse un provvedimento anticostituzionale questo non potrebbe comunque essere attuato. Perchè si, la maggioranza è sovrana ma non dittatrice.
    Cioè l'essenza dei principi statali non dipendono dall'idea che in quel momento hanno i cittadini.

    A tal proposito la sentenza del Consiglio di Stato:

    "In un luogo di culto il crocifisso è propriamente ed esclusivamente un “simbolo religioso”, in quanto mira a sollecitare l’adesione riverente verso il fondatore della religione cristiana.
    In una sede non religiosa, come la scuola, destinata all’educazione dei giovani, il crocifisso potrà ancora rivestire per i credenti i suaccennati valori religiosi, ma per credenti e non credenti la sua esposizione sarà giustificata ed assumerà un significato non discriminatorio sotto il profilo religioso, se esso è in grado di rappresentare e di richiamare in forma sintetica immediatamente percepibile ed intuibile (al pari di ogni simbolo) valori civilmente rilevanti, e segnatamente quei valori che soggiacciono ed ispirano il nostro ordine costituzionale, fondamento del nostro convivere civile. In tal senso il crocifisso potrà svolgere, anche in un orizzonte “laico”, diverso da quello religioso che gli è proprio, una funzione simbolica altamente educativa, a prescindere dalla religione professata dagli alunni.
    Ora è evidente che in Italia, il crocifisso è atto ad esprimere, appunto in chiave simbolica ma in modo adeguato, l’origine religiosa dei valori di tolleranza, di rispetto reciproco, di valorizzazione della persona, di affermazione dei suoi diritti, di riguardo alla sua libertà, di autonomia della coscienza morale nei confronti dell’autorità, di solidarietà umana, di rifiuto di ogni discriminazione, che connotano la civiltà italiana.
    Questi valori, che hanno impregnato di sé tradizioni, modo di vivere, cultura del popolo italiano, soggiacciono ed emergono dalle norme fondamentali della nostra Carta costituzionale, accolte tra i “Principi fondamentali” e la Parte I della stessa, e, specificamente, da quelle richiamate dalla Corte costituzionale, delineanti la laicità propria dello Stato italiano.
    Il richiamo, attraverso il crocifisso, dell’origine religiosa di tali valori e della loro piena e radicale consonanza con gli insegnamenti cristiani, serve dunque a porre in evidenza la loro trascendente fondazione, senza mettere in discussione, anzi ribadendo, l’autonomia (non la contrapposizione, sottesa a una interpretazione ideologica della laicità che non trova riscontro alcuno nella nostra Carta fondamentale) dell’ordine temporale rispetto all’ordine spirituale, e senza sminuire la loro specifica “laicità”, confacente al contesto culturale fatto proprio e manifestato dall’ordinamento fondamentale dello Stato italiano. Essi, pertanto, andranno vissuti nella società civile in modo autonomo (di fatto non contraddittorio) rispetto alla società religiosa, sicché possono essere “laicamente” sanciti per tutti, indipendentemente dall’appartenenza alla religione che li ha ispirati e propugnati."

     

  4. AttritoStaff
    http://attritoweb.blogspot.com/2009/11/crocifisso.html?showComment=1272371447948#c3872613479979433947'> 27 aprile 2010 alle ore 14:30

    PS: Se veramente si creasse un insofferenza generale verso il crocifisso non penso ci sarebbero chissà quali problemi nel toglierlo, ma quello che mi preme mettere in luce è che esistono comunque valide ragioni per tenerlo affisso qui in Italia.

     

  5. Pietro Lo Re
    http://attritoweb.blogspot.com/2009/11/crocifisso.html?showComment=1272371847800#c3574479752187848533'> 27 aprile 2010 alle ore 14:37

    Questo continua a ribadire che comunque il fatto che sia il crocifisso ad incarnare questi valori è un fatto culturale perchè nella nostra nazione questi valori sono stati rappresentati dal crocifisso,altrove sono stati incarnati da altri simboli.
    A questo punto uno potrebbe esprimere questi valori affiggendo un simbolo diverso.Perchè non può farlo?Perchè la cultura dominante subirebbe uno shock a vederli rappresentati da un simbolo diverso.
    Penso sia solo un fatto psicologico,non ci sono motivazioni ragionevoli per affiggere il crocifisso e non un altro simbolo,a parte appunto le motivazioni che si rifanno alla tradizione,ma non mi sembrano comunque per niente ragionevoli.
    Ribadisco ancora che il crocifisso non è una tradizione culturale,Cristo non è morto su quella croce solo per dare un esempio etico,c'è ben altro...

     

  6. Gabriele
    http://attritoweb.blogspot.com/2009/11/crocifisso.html?showComment=1272382814213#c5333997978585980383'> 27 aprile 2010 alle ore 17:40

    "nella nostra nazione questi valori sono stati rappresentati dal crocifisso,altrove sono stati incarnati da altri simboli."

    Esattamente! Nella nostra nazione quindi è lecito tenere affisso il crocifisso, magari in un altra sarà equivalente ma ne tradirebbe la tradizione quindi ne appenderebbero uno che loro stessi hanno maturato.




    "A questo punto uno potrebbe esprimere questi valori affiggendo un simbolo diverso."

    Ma qui non parliamo di uno o di un gruppo organizzato che decide di farlo appendere, ma di una nazione con annessa tradizione che ha principi costituzionali che scaturisco proprio da quel simbolo e non da altri che potrebbero essere equivalenti.



    "non ci sono motivazioni ragionevoli per affiggere il crocifisso e non un altro simbolo,"
    Quelle che porti tu stesso mi sembrano sufficenti:
    --> "perchè nella nostra nazione questi valori sono stati rappresentati dal crocifisso".




    "Ribadisco ancora che il crocifisso non è una tradizione culturale,Cristo non è morto su quella croce solo per dare un esempio etico,c'è ben altro..."

    Questo non vedo che c'entri. Che la liceità venga garantita da uno dei molteplici aspetti di cui è investito il crocifisso, non sminuisce gli altri.
    Inoltre sarebbe insostenibile non constatare, a prescindere dalla proprio condivisione personale, che oggi il crocifisso abbia anche una valenza culturale.
    Ma tutto questo, ammesso ma non concesso per quanto detto, riguarderebbe la sensibilità religiosa dei cattolici, il che trascende dal discorso pubblico nell'aspetto in cui è impostato adesso.

     

  7. Gabriele
    http://attritoweb.blogspot.com/2009/11/crocifisso.html?showComment=1272383236833#c1613713263524391805'> 27 aprile 2010 alle ore 17:47

    PS: Quanto scritto sopra da me è inoltre esplicitato nella sentenza pubblicata prima:

    "[...] Ora è evidente che in Italia, il crocifisso è atto ad esprimere, appunto in chiave simbolica ma in modo adeguato, l’ORIGINE religiosa dei valori di tolleranza, di rispetto recipr[...]"

    Evidenziando che il crocifisso non esprime solo valori che come tu stesso dici potrebbero essere incarnati da altri simboli.
    Ma testimonia che qui in Italia, l'origine di questi valori è questa, il crocifisso.

    In sintesi il crocifisso è lecito in quanto testimonia non solo dei valori qui e altrove adottati, ma ha proprio una rilevanza storica che rende atto che tra le infinite possibilità da cui potevano nascere qui valori, qui in Italia sono nati proprio attraverso questo.

     

  8. Pietro Lo Re
    http://attritoweb.blogspot.com/2009/11/crocifisso.html?showComment=1272390804380#c6087691712379304161'> 27 aprile 2010 alle ore 19:53

    "Ma tutto questo, ..., riguarderebbe la sensibilità religiosa dei cattolici"

    appunto,e chi è che vuole affiggere il crocifisso se non i cattolici(o i cristiani in generale)?A loro non dovrebbe importare nulla della sua valenza culturale,questa dovrebbe importare a chi non è cristiano,ma sinceramente tutto questo desiderio di affiggere il crocifisso da parte dei non cristiani non lo vedo.

    Inoltre,cosa dovrebbe importare a me ateo o musulmano X di affiggere un simbolo che esprime dei valori riguardo ai quali posso benissimo non avere la necessità di rappresentare attraverso quel simbolo,peraltro estraneo alle mie convinzioni teologiche,filosofiche,esistenziali?


    Visto che,come ho scritto nell'articolo,l'affissione dovrebbe essere volontà comune,nel momento in cui questa non c'è non si capisce perchè alcuni dovrebbero mettere un simbolo espressione della volontà anche di altri che però non hanno nessun bisogno di esprimersi attraverso quel simbolo.

    Continuo a pensare che tutto il polverone sollevato per la questione sia derivato da una certa fobia da persecuzione,devo dire effettivamente fondata visto il clima non esattamente di simpatia verso il cristianesimo,ma che non dovrebbe comunque attecchire su persone seguaci di un uomo che se fosse fuggito di fronte alla persecuzione non si sarebbe trovato sopra quel legno e dunque non avrebbe nemmeno potuto essere simbolo dei valori a cui ci richiamiamo quando lo affiggiamo.

     

  9. Gabriele
    http://attritoweb.blogspot.com/2009/11/crocifisso.html?showComment=1272396696466#c57188910689748137'> 27 aprile 2010 alle ore 21:31

    "A loro non dovrebbe importare nulla della sua valenza culturale"

    Infatti quello che io portavo erano ragioni utili al comportamento dello stato in un dibattito pubblico, non erano certo ragioni riguardanti la sfera cattolica di un singolo.
    Mi sembra evidente che quelle da me scritte erano attue definire come si dovrebbe rapportare un ordinamento giuridico, tant'è che ho citato la sentenza.

    Ci mancherebbe che importi qualcosa del crocifisso al musulmano. Non capisco da dove si evinca che io creda questo. Io portavo le ragioni di cui si avvale lo stato italiano difronte a qualsiasi credo.


    Ho già affrontato il problema della volontà comune. Non basta la fisima anche di tanti per cambiare quello in cui si riconoscono i più.
    Se lo stato si regolasse sencondo questo criterio, basterebbe uno a far cadere qualsiasi principio e/o norma, ma per fortuna le cose non vanno così.

    Io non sono mai entrato nel merito delle motivazioni che dovrebbero spingere il cattolico in un verso o nell'altro, ne in quelle che dovrebbero muovere il non credente o il musulmano.
    Ho cercato di guardare il problema dal punto di vista di un legislatore italiano in Italia (sottolineo volontariamente) che si trova difronte al problema di normare il problema.

    Che per un qualsiasi cattolico l'affisione o meno del crocifisso debba essere poco più che indifferente per la sua fede è cosa che condivido con te. Ma che si debba dire che l'affisione è un soppruso verso l'altro, questo non lo credo.
    Posto su questo piano si potrebbe obbiettare al diversamente credente o ateo (che va di moda) che il crocifisso appeso in classe non ha impedito che migliaia di persone diventassero ateo/agnostiche o quanto di più lontano dal cristianesimo, quindi non vedo motivo di sentirsi urtati nella sensibilità da questo.

    Tutto questo, ribbadisco, non torna utile nel momento in cui dobbiamo metterci d'accordo su come dobbiamo normare la situzione in modo da dare le linee guida in cui comportarsi a prescindere dalla propria particolare sensibilità.

    Questo è un importante differenza che bisogna avere chiara.
    Ci sono due piani, uno legislativo(garantista e di diritto) e uno più pratico.
    Quello legislativo deve garantire (se ne ha facoltà, qui si trova l'importanza del dibattito publico-giuridico) anche chi per motivi X si potrebbe sentire urtato.
    Quello pratico si rifà quanto più possibile al buon senso, nei casi in cui questo riesce ad avere la meglio (purtroppo la maggior parte delle volte non ci riesce e per questo servono le leggi).

    Secondo me non dovremmo sovrapporre i piani perchè questo non ci fa snodare la questione.

     

  10. Pietro Lo Re
    http://attritoweb.blogspot.com/2009/11/crocifisso.html?showComment=1272399407886#c4700294823116246470'> 27 aprile 2010 alle ore 22:16

    Spiegami da dove viene questa necessità,a livello legislativo,di affiggere il crocifisso nei luoghi pubblici.E' solo una consuetudine che finora non era mai stata messa in discussione e adesso rivela la sua natura di consuetudine proprio perchè non riesce a dare delle motivazioni secondo le quali,a livello giuridico,si debba o voglia mettere il crocifisso nei luoghi pubblici.

     

  11. Gabriele
    http://attritoweb.blogspot.com/2009/11/crocifisso.html?showComment=1272406557970#c2194026589710194300'> 28 aprile 2010 alle ore 00:15

    Qui non c'entra la necessità.
    La liceità è diversa dalla necessità. Come puoi leggere nei miei commenti precedenti io difendo la liceità, non la necessità.

    La necessità (in positivo) sarebbe propria di uno stato CONFESSIONALE il quale si pronuncerebbe dicendo che è obbligatorio appendere il crocifisso nelle aule scolastiche.

    La necessità (in negativo) sarebbe propria di uno stato NEUTRO il quale si pronuncerebbe dicendo che è obbligatorio non espporre alcun simbolo religioso ("laicismo esclusivo" francese), ed è questo quello che si chiede quando si vuole escludere la possibilità di appenderlo.

    La liceità (possibilità sostenuta da opportune ragioni) è proprio di uno stato LAICO ("laicismo inclusivo"), per il quale alla luce della proprio identità nazionale/statale storica, l'espressione attraverso un simbolo che rappresenta non solo i valori ma anche l'origine stessa di quei valori è da ritenere LEGITTIMA e positiva per l'arricchimento della dialettica pubblica.
    Questo appunto non include l'imposizione per necessità ma la sua estrema adeguatezza e opportunità.
    Ciò non esclude che per il sereno vivere alla luce di allergiche intolleranze questo lo si possa anche togliere sotto comune accordo, ma non si dimentica che quello che tu chiami una consuetudine è espressione tradizione, e perciò di identità.
    Non un'identità che diventi pretesto di scontro, ma arricchimento reciproco.


    Riportando testualmente: «Voler combattere la presenza cristiana nella cultura pubblica significherebbe sradicare la nostra tradizione culturale».

     

  12. Gabriele
    http://attritoweb.blogspot.com/2009/11/crocifisso.html?showComment=1272406877953#c8406019867887327233'> 28 aprile 2010 alle ore 00:21

    Riportando ancora da Prof 2.0

    http://profduepuntozero.blogspot.com/2009/11/coerenza.html

    "[..]
    Ma la bellezza non è compatibile con la coerenza.
    Aiutaci ora ad essere coerenti, Gesù.
    Toglieremo le vacanze di Natale e quelle di Pasqua. Il ponte dei morti e quello dell'Immacolata.
    Andremo a scuola tutti i giorni, anche la domenica, per dimenticarci che la tua Resurrezione ci consente di dormire fino a mezzogiorno una volta alla settimana e di mangiare un dolce, senza avere ragioni particolari per festeggiare.
    Ti togliamo dai muri, perchè non solo ci offendi, ma sei diventato insignificante.
    Liberiamo i nostri muri, finalmente!
    [..]"

    Perchè non epurare tutto ciò che è cristino dalla cultura e costume pubblico?

    Il oltre che impoverire tutti sarebbe anche poco ragionevole, se me lo consenti! =)

     

  13. Gabriele
    http://attritoweb.blogspot.com/2009/11/crocifisso.html?showComment=1272407166953#c5002504516897960335'> 28 aprile 2010 alle ore 00:26

    Errata corrige per l'ultimo rigo:

    Il tentativo oltre che impoverire tutti sarebbe anche poco ragionevole alla luce delle conseguenze insensate e paradossali! =)

     

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