Religione,chi sei veramente?

By Pietro Lo Re on 3/23/2010


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Ho scelto di scrivere qualcosa circa l’opinione sulla religione essendo pienamente consapevole del fatto che parlarne nell’epoca di Odifreddi e Dawkins o di documentari come “Religiolous” di Larry Charles e “Zeitgeist” di Peter Joseph ,può sembrare ripetitivo e scontato in modo da indurre a rivolgere l’attenzione altrove o portare direttamente alla nausea. Di religione infatti ne abbiamo sentito parlare ormai fin troppo e,tra le varie opinioni dibattute,ad apparire spesso dominante è quella che la vede smascherata come un immenso sistema di credenze e superstizioni menzognere nate dalla paura o dall’ammirazione dell’essere umano verso i misteri della realtà e sfruttato attraverso i secoli e nei vari continenti dalla casta di turno che ne approfittava per dominare e sottomettere il popolo e assicurarsi il dominio incontrastato su tutto e su tutti. Una critica partita in maniera sistematica dai tempi dell’Illuminismo e che oggi cerca di raggiungere definitivamente il verdetto di condanna capitale contro di essa per permettere all’umanità di essere finalmente libera di decidere da sola del proprio presente e del proprio destino senza la paura di una o più divinità “burattinaie”.Ma ho scelto ugualmente di farlo proprio perché percepisco come urgente l’esigenza di rispondere ad una domanda che non viene posta facilmente e che è la seguente:possiamo realmente convincerci della veridicità di queste conclusioni,colonne portanti di associazioni come l’UAAR(Unione Atei Agnostici Razionalisti)e di altri singoli pensatori più meno simpatizzanti per l’ateismo militante e assumerle come soddisfacente spiegazione del fenomeno religioso?Ciò che ha influenzato profondamente per millenni la vita dell’uomo portando alla nascita di immensi sistemi etici,culturali,filosofici,artistici nonché di ingenti produzioni letterarie che spaziano dal sacro al profano aveva realmente come volto nascosto quello di essere “oppio dei popoli”?


 La domanda di fondo da cui dobbiamo partire per cercare di dare una risposta diversa è abbastanza semplice e cioè perchè l’uomo abbia elaborato la realtà che chiamiamo religione. Cerchiamo di riflettere un po’ sul volto della realtà che ci circonda:è piena di elementi che entrano continuamente in relazione più o meno profonda con la nostra vita determinando conseguenze a volte positive a volte negative; appare immensamente più vasta della nostra capacità di comprensione tanto da indurci spesso a dover semplicemente limitarci a constatare l’esistenza di fenomeni di cui non conosciamo nemmeno minimamente la causa;in più,abbiamo l’assoluta consapevolezza di non aver scelto di esistere ossia di non essere causa di noi stessi il che significa che abbiamo l’evidente,e a volte disarmante,conoscenza del fatto che quella che chiamiamo realtà ci precede. Insomma,ci troviamo prima o poi a fare la frustrante,terribile esperienza dell’impotenza. E quando tale impotenza è assoluta e non permette di superare ostacoli che minacciano in vari modi l’ esistenza,l’essere umano fa una delle azioni più spontanee e istintive che possiede fin dalla nascita:chiedere aiuto. Anche l’uomo più orgoglioso della terra non può fare a meno di chiedere aiuto,fosse anche a se stesso,ma tale richiesta è un elemento costitutivo dell’umanità sin dalla sua prima comparsa sulla terra. E chi può dare aiuto nei confronti di realtà dolorose che non si riescono in alcun modo a lenire con le sole forze umane se non qualcuno o qualcosa che possiede forze più grandi?Ecco allora l’apparire della religione come tentativo di relazione con una realtà che può rispondere alla richiesta di aiuto e la cui esistenza o non esistenza determina la possibilità dell’umano di poter contare su un aiuto esterno o di doversi basare unicamente sulle sue forze.


Ma accanto alla richiesta di aiuto dobbiamo necessariamente mettere una seconda realtà altrettanto costitutiva della dimensione umana e spesso trascurata che è l’esigenza di ringraziamento,quest’ultimo inteso come la risposta ad un profondo sentimento di gratitudine scaturente da eventi positivi la cui causa è sconosciuta e che non può essere ripagato dai soli sentimenti umani. L’antichissima pratica di offrire alle divinità le primizie dei raccolti o dell’allevamento,presente praticamente nella storia di tutte le popolazioni umane,o il ringraziamento che l’ebreo rivolge a Jahvè per averlo liberato dalla schiavitù egiziana sono mirabili esempi di tale esigenza,fosse anche accompagnata alla paura di un’eventuale condanna da parte del responsabile in caso di mancato ringraziamento. In questo caso la religione è allora relazione di gratitudine con una realtà superiore che si è fatta conoscere con fenomeni ed eventi vissuti dall’uomo e anche qui la non esistenza di tale realtà determina il non poter soddisfare questa esigenza che dunque dovrà essere eliminata o riservata al solo ambito delle relazioni umane. Un terzo elemento riguarda l’eventualità che tale realtà superiore abbia programmato una struttura umana che sviluppi un interesse per essa;in questo caso la religione sarebbe allora una risposta ad uno stimolo posto dal suo stesso creatore e dunque assolutamente legittimo.


Ma questa realtà superiore esiste effettivamente?Abbiamo realmente la possibilità di stabilirlo?Non avendo una risposta che si possa constatare con un’evidenza assoluta tali domande devono continuare ad essere poste e il farlo è un diritto dell’umanità oppure,se questa realtà superiore avesse davvero posto nel cuore dell’uomo l’esigenza di cercarlo,è addirittura un dovere .Eliminando la religione le esigenze di aiuto e gratitudine rimarranno:chi le soddisferà?Se qualcuno ritiene che non possano essere soddisfatte dalle sole forze umane e che dunque questo sia una forte evidenza del fatto che esista realmente chi può soddisfarle commette forse un crimine?Non è forse evidente che pur avendo trovato i modi per migliorare enormemente le condizioni della vita e per difenderci sempre meglio dai pericoli della natura è possibile ancora oggi sperimentare il senso di impotenza di fronte a tante realtà?


Cerchiamo allora di non sottovalutare le cause che stanno alla base dell’esperienza religiosa. Io ne ho evidenziati solo un paio ma ce ne sarebbero molti di più,questo articolo non vuole essere un saggio esauriente di filosofia della religione perché sono consapevole che l’argomento è molto più vasto e complesso di quanto scritto qui. Tuttavia,penso che sia importante soffermarci innanzitutto su quelli che ho evidenziato perché sono tra le esigenze primarie e fondamentali per l’umanità e non devono in alcun modo essere ignorati perché non sono per niente soddisfabili vivendo allegri e spensierati come certi slogan vorrebbero far pensare perché la vita non è per niente semplice. C’è chi può ritenere che la religione non è l’unico modo per soddisfare tali esigenze e può impegnarsi a cercarlo ma questa non dovrebbe comunque essere ritenuta come un relitto del passato perché le esigenze dell’umanità sono sempre le stesse e sono sempre tremendamente attuali ed essa cerca di dargli risposta. Non denunciamola come nemica dell’umanità perché forse,finora,è stata la sua migliore amica.

Comments

8 Response to 'Religione,chi sei veramente?'

  1. Anonimo
    http://attritoweb.blogspot.com/2010/03/religionechi-sei-veramente.html?showComment=1270308405298#c8278136183034153668'> 3 aprile 2010 alle ore 17:26

    Complimenti per l'articolo. Io penso che la religione nasca proprio dalle esigenze che tu hai evidenziato e ritengo che se riesce a rendere felici tante persone allora è davvero una cosa meravigliosa. Non mi riferisco ad una religione in particolare ma qualsiasi. Secondo me il problema non è la religione ma l'uomo, la superbia nel ritenere che la propria sia la "vera" religione, nel dare a degli uomini il potere di rappresentarla sulla terra, nel pensare che ciò che la propria religione prescrive sia l'unica alternativa giusta. Tutto questo porta inevitabilmente a scontri e a strumentalizzazioni. Io non ho paura di chi mi dice "io credo in Dio" ma ho paura di quelli che mi dicono "io sono cristiano" o "io sono buddista", e la paura nasce dal fatto che la regione è uscita dalla sfera intima della persona per entrare nella sfera pubblica della società.

     

  2. Pietro Lo Re
    http://attritoweb.blogspot.com/2010/03/religionechi-sei-veramente.html?showComment=1270407849977#c3524997904144700075'> 4 aprile 2010 alle ore 21:04

    Penso che il presentare la propria fede come unica verità sia semplicemente l'essere coerente con quello che si crede.Dici che non ti fa paura chi dice "io credo in Dio" ma con quel termine cosa si intende?Di quale dio sta parlando?Di un surrogato di quello cristiano?Di una vaga entità immateriale?
    Se la religione entra nella sfera pubblica è perchè della sfera pubblica fanno parte anche uomini religiosi e non vedo perchè non dovrebbero voler contribuire nel mondo attraverso la professione pubblica della loro fede e del tentativo di cambiare la società attraverso di essa.

     

  3. Anonimo
    http://attritoweb.blogspot.com/2010/03/religionechi-sei-veramente.html?showComment=1270462832103#c6008063854435859846'> 5 aprile 2010 alle ore 12:20

    è giusto che ognuno dentro di se ritenga che ciò in cui crede sia la verità, niente da ridire. Ma quello che hai detto tu "cambiare la società attraverso la propria fede" è un errore gravissimo. In Italia ci sono moschee, comunità islamiche, si è parlato di insegnare la religione islamica al liceo. Questo non ti spaventa? Noi votiamo i nostri rappresentanti politici xkè ci rappresentino all'interno dello stato, ma li votiamo per le proprie idee politiche e non di certo per le proprie idee religiose. Se la chiesa in Italia (così come da un po' di tempo in qua anche la comunità islamica) ha un potere così ampio nel condizionare le decisioni politiche, di entrare in argomenti che riguardano lo stato e lo stato soltanto, allora si delinea anch'essa come una forza politica. Se così è, io, in quanto cittadino italiano, devo avere il diritto di scegliere se essere rappresentato o meno dalla chiesa. Devo avere il diritto di scegliere se voglio che il mio candidato aderisca o meno alle idee cristiane. Sbaglio? Se invece la chiesa non entra nella politica io devo avere la certezza che qualsiasi persona io voti non venga influenzata dalle sue idee religiose. L'Italia è uno stato laico. Allora è fondamentale che se io, per esempio, non voglio il crocifisso nelle scuole, io non devo avere il crocifisso nelle scuole. Le numerose critiche che vengono mosse alla religione cristiana, di cui parlavi in testa al tuo articolo, nascono da questo potere della religione di "cambiare la società attraverso di essa", per citare le tue parole. Così come sono nate le contestazioni quando si è parlato di introdurre lo studio della religione islamica nelle scuole.
    Quello che ritengo fondamentale, e qui chiudo, è tenere separate la sfera spirituale, dalla sfera sociale. L'adesione ad una religione è una scelta personale è tale deve rimanere.

     

  4. Anonimo
    http://attritoweb.blogspot.com/2010/03/religionechi-sei-veramente.html?showComment=1270471044520#c1932838970004583135'> 5 aprile 2010 alle ore 14:37

    È giusto che ognuno ritenga la sua fede unica e giusta, niente da ridire. Il problema è quello che tu dici "cambiare la società attraverso di essa". In Italia la chiesa (così come da un po' di tempo in qua anche la comunità islamica) ha un enorme potere nell'influenzare le scelte politiche della nostra società. Ma se la chiesa viene a delinearsi come forza politica allora io devo avere il diritto di scegliere se votarla o meno. Devo avere il diritto di scegliere se voglio che il mio rappresentante politico aderisca o meno alle idee cristiane.
    Le contestazioni contro la religione cristiana, al pari di quelle che sono seguite alla proposta di introdurre lo studio della religione islamica nelle scuole, sono proprio dovute a questo potere della religione di entrare nelle tematiche sociali e condizionare le scelte politiche senza la possibilità di opporvisi, in quanto la chiesa non corrisponde ufficialmente ad una delegazione politica. Qualsiasi decisione viene presa per una società nel suo complesso deve essere presa in funzione di una delega da parte dei cittadini.
    Per questo motivo, per esempio, non deve essere presente il crocifisso nelle scuole, per il semplice motivo che l'Italia è uno stato legislativamente laico e io non ho mai votato perché i miei rappresentanti politici prendano decisioni in luogo del loro orientamento religioso.
    Insomma, e qui chiudo, la religione deve entrare nella sola sfera individuale sia per i motivi che fin qui ti ho esposto sia perché, in fondo, crea beneficio solo all'individuo e il suo beneficio non aumenta con l'aumentare delle adesioni. Più si cercherà di inserirla in un contesto più ampio della sfera individuale, più questo tentativo creerà astio e contestazioni.

     

  5. Anonimo
    http://attritoweb.blogspot.com/2010/03/religionechi-sei-veramente.html?showComment=1270471138999#c7492952984043332410'> 5 aprile 2010 alle ore 14:38

    Scusa pensavo che la rpima volta non l'avesse pubblicato e allora l'ho riscritto cmq leggili entrambi anche se più o meno dicono la stessa cosa.

     

  6. Pietro Lo Re
    http://attritoweb.blogspot.com/2010/03/religionechi-sei-veramente.html?showComment=1270502762267#c1427855864192154337'> 5 aprile 2010 alle ore 23:26

    Attenzione a non confondere l'introduzione di argomenti confessionali nelle decisioni politiche con il fare della propria fede uno stimolo per cambiare la società perchè quando parlo di cambiare la società attraverso di essa parlo proprio del secondo caso.Lungi da me il voler portare l'introduzione della religione di stato o l'obbligo dell'insegnamento di una di esse per gli studenti.Quando parlo della presenza della religione nella società intendo la possibilità di poterla professare pubblicamente e anche,perchè no,di propagandare e cercare di diffonderla senza imposizioni alcune.

     

  7. Anonimo
    http://attritoweb.blogspot.com/2010/03/religionechi-sei-veramente.html?showComment=1270554943367#c3092480635503343656'> 6 aprile 2010 alle ore 13:55

    Niente da ridire. Io volevo chiarificare le mie considerazione fatte nel primo commento e dare una spiegazione al quesito iniziale del tuo articolo: come mai viene così tanto contestata la religione cristiana nella nostra società.

     

  8. Pietro Lo Re
    http://attritoweb.blogspot.com/2010/03/religionechi-sei-veramente.html?showComment=1270558189960#c3812675330250937550'> 6 aprile 2010 alle ore 14:49

    Ok grazie del contributo :-)

     

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