"Ma voi pochi sublimi animi che solitarj o perseguitati su le antiche sciagure della nostra patria fremete, se i cieli vi contendono di lottar con la forza, perchè almeno non raccontate alla posterità i nostri mali? [...]- Se avete le braccia in catene, perchè inceppate da voi stessi anche il vostro intelletto di cui nè i tiranni nè la fortuna, arbitri d'ogni cosa, possono essere arbitri mai? Scrivete. Perseguitate con la verità i vostri persecutori. E poichè non potete opprimerli, mentre vivono, co' pugnali, opprimeteli almeno con l'obbrobrio per tutti i secoli futuri."
"Ultime Lettere di Jacopo Ortis" - Ugo Foscolo

Ugo Foscolo scrive le Ultime Lettere di Jacopo Ortis nei primi anni dell'800. Il suo riferimento polemico sono i dominatori stranieri e dispotici dell'Italia divisa, tanto gli Austriaci quanto i Francesi. Oggi, la situazione in apparenza sembra essere tutt'altra. L'Italia non (dovrebbe) più essere un paese diviso; nè tantomeno si dovrebbe più poter parlare di dispotismo. Questa citazione potrebbe apparire dunque anacronistica.
Non lo è.

Cortei. Referendum. Scioperi. Manifestazioni.
Qualsiasi forma di espressione del dissenso sembra non scalfire minimamente la pertinacia del potere nel raggiungere gli obiettivi che si è imposto e che, malgrado tutto e tutti, ha imposto alla nazione. Si potrebbe pensare alla riforma Gelmini, che sembra dirigersi inesorabilmente verso una definitiva approvazione, malgrado parallelamente e all'opposto la protesta divenga sempre più dura e generalizzata ogni giorno che passi.
Ma non si tratta solo di questo.
Inceneritori. Nucleare. Acqua pubblica. Esclusione dei condannati dal Parlamento e introduzione della preferenza diretta in sede elettorale. Tematiche vitali su cui il popolo si è espresso, a volte con un vero e proprio referendum, tanto chiaramente quanto invano. Negli ultimi anni abbiamo avuto un fior fiore di esempi altamente indicativi del distacco crescente tra gli eletti e gli elettori.

Nè si tratta solo della nostra Nazione. Potrei citarvi il trattato di Lisbona - in Irlanda, dato che il risultato del primo referendum non era gradito all'UE, si è pensato bene di ripeterlo a pochi mesi di distanza (?!). Potrei ricordarvi che lo stesso organismo esecutivo dell'UE - la Commissione - non viene eletta direttamente da noi cittadini membri. Ma scrivere più di questi pochi cenni sarebbe ridondante e mi porterebbe fuori tema - pertanto spero che vi bastino; se così non è, ciascun lettore potrà, volendo, approfondire da sè.
Insomma, la situazione italiana ed europea oggi non si presenta rosea, per chi avesse la velleità di esprimere in modo costruttivo il proprio dissenso nei confronti dell'ordine costituito. Che valore hanno parole come "senso civico" in un mondo che sembra spingerci sempre più ad occuparci unicamente della nostra piccola sfera privata? E ammesso che ce l'abbiano ancora, un valore, come dare ad esse la necessaria forza d'impatto per incidere sulla realtà concreta, dato che nè il numero dei manifestanti nè la giustezza della causa nè l'intensità dei differenti modi di esprimere il dissenso sembrano poter provocare alcun effetto?

Foscolo, che scrisse in tempi di certo non più facili dei nostri, ci dà una risposta attualissima. Ciò che malgrado tutto, malgrado il potere dei "coltelli" in mano a despoti e tiranni e l'onnipervasiva resistenza della "fortuna" e delle contingenze storiche non può essere soggiogato, è la forza liberatrice della scrittura.
Non solo la scrittura è capace, in quanto espressione artistica, di dare eternità tramite la perfezione della forma ai valori etici alla base di qualsiasi civiltà degna di essere.
La scrittura è anche, e più radicalmente ancora, la forza del pensiero espresso. Un pensiero che deve essere tanto più libero quanto più le circostanze esterne sembrano critiche. Perchè nessun potere e nessun tiranno può impedirci di pensare diversamente. Solo ciascuno di noi può "inceppare da sè stesso il proprio intelletto" - e proprio rassegnandosi, lasciandosi vincere dall'impotenza o peggio ancora dalla pigrizia e dal comodismo, o dalla paura dell'incomprensione altrui.
L'abitudine e il coraggio di pensare rendono profondamente, e irrevocabilmente, liberi. Qualunque sia il peso delle imposizioni esterne. E un pensiero libero può diventare tanto più forte nella comunicazione agli altri e ai posteri, nell'espressione scritta, o orale. Un pensiero libero può a sua volta liberare chi ci circonda, purchè sia figlio della verità, principale e perenne nemica dell'interesse egoistico dei tiranni di ieri e di oggi. 

Comments

0 Response to '"Perseguitate con la verità i vostri persecutori". Jacopo Ortis'

Posta un commento