La regina della città di legno

By AttritoStaff on 5/30/2010


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Estratto di un racconto scritto da un amico,Alberto Patella.Una città costruita interamente in legno è minacciata dal divampare di un terribile incendio.Un misterioso eroe,intenzionato a risolvere il problema,si reca dalla regina della città che lo mette alla prova con una riflessione sul senso ultimo degli eventi accaduti.


La regina sorrise ancor di più,con quello sguardo colmo di affetto che può esserci tra un figlio ed una madre. Cambiò lievemente posizioni sul trono e iniziò il suo discorso. – La considerazione essenziale,riguarda principalmente i meccanismi generali al cui interno siamo coinvolti-.
Dopo una brevissima pausa,dove ella si schiarì la voce debole e stanca,tutto continuò :
-Osservando il mondo,spesso si nota la sua perfetta logica,come un meccanismo ben oliato. Le emozioni di noi esseri,le liti,l’amore,l’odio,gli eventi ed in generale ogni relazione della città,sembrano incastrarsi perfettamente tra loro. Tutto segue una sua logica,termine che non deve ingannarvi dal momento che non si tratta di qualcosa che possiamo comprendere nel suo sviluppo,ma solamente percepirne la presenza. Vi parlo,o miei sudditi, di una logica astratta,che vede anche negli errori,o i più grandi colpi di scena,come ad esempio il fatto che abbia elogiato proprio ora un servo che non conoscevo,collocarsi in un disegno complessivo del quale non vediamo mai la fine,ma che percepiamo come costante e invadente. Sia che si guardi la carestia imperversare,sia che ci si perda nella contemplazione di queste splendide linee naturali-,ed indicò la colonna proprio dietro di loro,-tutto sembra rientrare in un perfetto gioco di meccanismi,come un teatro dove agli attori viene lasciata la libertà di improvvisare su una parte già scelta in precedenza.
Compreso dunque,che i ruoli già li conosciamo,possiamo conoscere anche i confini del teatro in cui essi recitano?

A te,nostro salvatore,pongo questa domanda che ti accompagnerà nel tuo cammino,e ancora altri quesiti ho per te. Dunque nelle nostre azioni c’è un disegno,ma ciò vale anche quando vedo i miei sudditi morire per la fame? O quando un nostro fratello muore per malattia,o perché scivola da qualche torre di legno,o perché un terremoto,come in lontani giorni è successo,squarcia la nostra città o infine,perché le fiamme di un incendio enorme e perenne brucia i nostri corpi? Perché anche ciò ci affligge? L’incendio è un fenomeno totalmente svincolato dal nostro agire,eppure ne paghiamo le conseguenze,chiediamoci se c’è una logica dietro tutto questo. Vi dico allora,che occorre modificare il nostro modo di vedere le cose per capire da dove è nato l’incendio,cambiare il nostro punto di vista,infatti se si vuole sconfiggere una cosa,prima bisogna comprenderne la nascita. Vi dirò quindi come quella logica astratta di cui parlavo prima,può essere applicata anche per l’incendio infernale. Se ogni evento esterno al nostro volere,esterno alla  costruzione della città,si pone in relazione con noi esseri,ecco  che tutto prende forma,relazione che va ricercata nel fine degli eventi,e non nella causa. Non intendo assolutamente affermare che il fuoco sia venuto per portarci benefici per chissà quale motivo divino e imperscrutabile,esso ci uccide,ci sfinisce,e impariamo da lui solo morte. Dico però,che le fiamme nascono dallo stesso meccanismo che regola il nostro esistere in questa città,e il relazionarci ad essa. A questo punto le ipotesi sono due: o esseri e incendio camminano su due binari paralleli che non si incroceranno mai,oppure la strada è la stessa,ma noi siamo lentissimi a percorrerla e comprenderla,e l’incendio è così veloce nel suo avanzare,che non lo riconosciamo come legato a noi. C’è qualcuno tra di voi,dei più saggi e perspicaci,il quale afferma che gli dei creatori sono così vasti,crudeli,e tanto è il loro potere,che ignorerebbero perfettamente la scomparsa della nostra città e dei suoi abitanti,invece io vi dico che noi fratelli e il creato che ci circonda,siamo la stessa cosa. Si! Mi riferisco anche all’incendio. Solamente che noi siamo una manifestazione mille volte più complessa e quindi più lenta,rispetto al semplice fuoco distruttore. 

Noi ci autodefiniamo,siamo liberi di agire,e comprendiamo con lentezza ed erroneamente il gioco di meccanismi che ci sovrasta,il fuoco,invece,non si  autodefinisce,agisce,esso non è niente,brucia e basta. Una tale lontananza tra noi e l’incendio ci vede quindi, come figli di una stessa volontà che si respingono a vicenda,come una lotta tra due fratelli dove il più grande,è anche il più insensibile e stupido,ma anche il più forte,e per evitare che un giorno il proprio fratellino più debole,mille volte più intelligente ma ancora lento nel suo apprendere,possa spodestarlo,lo uccide. Per finire,vorrei paragonare ancora ciò che ho detto ad una grande opera di teatro,come se ne facevano un tempo. Sapete infatti,che il ruolo di un attore è molto più complicato del semplice addetto alle luci,chi improvvisa su una parte deve saper piangere,ridere,muoversi correttamente,e non è un caso che gli attori posseggano doti particolari a differenza di coloro che semplicemente si occupano di aprire e chiudere il sipario o accendere una determinata luce. Infatti,il pubblico comprende spesso unicamente il significato delle varie parti nella recita,pensa che l’accendersi di una luce,o la posizione di un cespuglio in un determinato luogo,siano solo casuali invenzioni scenografiche,non hanno alcun ruolo al fine di una corretta riuscita della rappresentazione. Eppure,per chi si intende un minimo di recitazione,ciò non è vero,anche gli aspetti diversi e meno comprensibili di un’opera teatrale hanno il loro ruolo,anche i meno complessi come il semplice cespuglio di cartone che sta alle spalle dell’attore. Ecco allora che per me gli esseri sono come gli attori,e l’incendio è come il cespuglio alle nostre spalle,o la luce che si accende,tutto frutto di uno stesso meccanismo artistico,mi rammarico solo del fatto che non esista un vero pubblico-.

Alberto Patella

Comments

1 Response to 'La regina della città di legno'

  1. Anonimo
    http://attritoweb.blogspot.com/2010/05/la-regina-della-citta-di-legno.html?showComment=1275476533757#c4935910718575456250'> 2 giugno 2010 alle ore 13:02

    molto interessante

     

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