Allontana il tuo pensiero da questa via di ricerca e non ti spinga su di essa l'abitudine di lasciarti guidare da un occhio che non vede, da un orecchio che rimbomba e dalla parola: giudica invece con ragione. (Parmenide)
Era questo l'intento del femminismo de "Una donna ha bisogno di un uomo come un pesce di una bicicletta"?
Sono queste donne, figlie e mamme , comparse mute o donne-piededitavolo, il frutto e il simbolo dell'emancipazione femminile?
Questo topos televisivo della donna è frutto di sfiducia nella reale possibilità che possa esistere parità de facto tra uomo e donna o è l'ennesima prevalicazione di una visione machista della donna all'interno del panorama televisivo?
Se la sfiducia è l'ingrediente che non ha fatto fermentare un'immediata e intensa ribellione a questa direzione, difficile risulta trovare motivazioni ragionevoli che giustifichino la visione del corpo-oggetto al di fuori di una visione rivisitata e resa "socialmente accettabile" del maschilismo di terza categoria.
A tal proposito Gad Lerner scrive nel suo blog riguardo A.Ricci:
"vedo in lui -che adora pensarsi nichilista e sovversivo- il Dante Alighieri del berlusconismo; cioè il vate che ha tradotto nella lingua volgare della televisione commerciale una mentalità degradante e misogena, da vitelloni e da frequentatori di casino, senza un passo avanti rispetto all’italietta puttaniera e clericale degli anni Cinquanta."
Ben vestito e con la falsa democrazia del telecomando questo libertinaggio sul corpo delle donne (c'è chi lo definisce "fascismo estetico" ma accostamenti cosi arditi li salto a piè pari) come era facile aspettarsi si è fatto strada fra gli uomini ma fuori da ogni aspettativa (o buon senso) ha preso possesso anche delle donne.
Sotto questa luce,o in questo buio, non è più la possibilità di poter lavorare e realizzarsi professionalmente pur avendo una famiglia la conquista del nostro tempo (alludendo con "professionalmente" a capacità coltivate che trascendono la semplice esposizione di decoltè) ma la possibilità "di andare a letto con tanti uomini e non venire considerate cattive ragazze".
La ricerca della parità si è trasformata in una disdicevole ricerca acritica di uguaglianza. Le opportunità nell'essere libere di fare e libere da pregiudizi si è trasformata in una continua ricerca di appagamento unidirezionale dal sexy per il sexy nel sexy (naturalmente per gusto e desiderio squisitamente maschile).
Le mie fiducie si ripongono nell'indisponibile femminilità donna che continuerà a esistere e prender piede a sfavore di una femminilità uomo unicamente dipinta con colori nudi che tanto hanno di volgare e veramente poco di sensuale.
Gabriele Pergola
Comments
0 Response to 'Porcellana televisiva'
Posta un commento